• INTERVISTA AL “CORRIERE” “ENTRO NATALE CONSEGNATO L’85 % DELLE CASETTE”

    Nell’intervista a Mario Sensini uscita sul “Il Corriere della Sera” del 3 dicembre , Paola De Micheli fa il punto sulla ricostruzione e replica alle polemiche dei giorni scorsi. Ecco il testo

    «Vado lì in continuazione, e vedo che piano piano si riavviano alcune di quelle attività che aiutano a tenere insieme le comunità: i nuovi centri commerciali, le scuole, i villaggi delle casette. Questo certo non significa essere tornati alla normalità, c’è da fare ancora un lavoro enorme, ci sono alcuni ritardi. Ma a ogni livello istituzionale stiamo facendo il massimo, la macchina è partita».

    L’intervento alla Leopolda in cui ha parlato di un «avviato rinnovamento del tessuto sociale» nel cratere del sisma e il post sulla pagina Facebook le hanno attirato un diluvio di accuse, ma il Commissario alla ricostruzione Paola De Micheli non demorde.

    «Qualche risultato si vede, dobbiamo riconoscerlo, non alimentiamo la sfiducia. Le critiche ci possono stare, ma la ricostruzione conta su pilastri solidi: ci sono i soldi e c’è un impianto normativo poderoso».

    Ci apprestiamo a passare il secondo inverno al freddo, le casette non arrivano, le scrivono i terremotati.

    «C’è un impegno appena ribadito dalla Protezione Civile. Entro Natale l’85% delle Sae sarà consegnato. Ne sono state chieste 3.700, e consegnate 1.300 circa».

    Con grandi ritardi sulla tabella di marcia prevista. Alcuni sindaci accusano le imprese fornitrici.

    «La verità è che in alcuni comuni l’individuazione delle aree dove mettere le casette ha richiesto più tempo del previsto. È un territorio molto difficile, le imprese appaltatrici c’entrano in alcuni casi».

    La ricostruzione intanto è ferma. In un anno sono state presentate mille domande di contributo e approvate cento, a fronte di 60 mila case da sistemare o ricostruire. Di questo passo, a conti fatti, ci vogliono 431 anni…

    «C’era l’esigenza di rendere concreta la normativa, ora l’abbiamo fatto e non dovrebbero esserci più grossi intoppi. I tecnici incaricati dai privati avranno le matrici per calcolare in anticipo il contributo dello Stato. La gara tra le imprese candidate a eseguire i lavori si potrà fare alla fine, a domanda approvata. E gli usr faranno la preistruttoria, così si potrà procedere più speditamente anche in caso di piccoli abusi. Presto faremo una nuova ordinanza per chiarire tutte le modalità della ricostruzione delle case più danneggiate».

    Resta il problema del personale: agli Uffici speciali sono pochi, prima o poi saranno sommersi dalle domande.

    «Li stiamo rafforzando. Stiamo inviando più personale, soprattutto nelle Marche dove c’è la situazione più critica».

    Lei parla di un impianto normativo poderoso, ma ci capiscono poco anche i tecnici. Semplificherete?

    «Stiamo predisponendo dei manuali per i sindaci, i cittadini, gli uffici speciali, i professionisti. Serve equilibrio tra velocità e trasparenza, i soldi per la ricostruzione delle case vengono dalle tasse di tutti i cittadini».

    C’è chi lamenta l’impossibilità di avere i finanziamenti pubblici attraverso le banche.

    «Solo quelle convenzionate li erogano, e non c’è un problema di fondi. Ci sono 6 miliardi nel bilancio dello Stato, per ora, a disposizione della ricostruzione privata».

    La legge, però, parla di un limite annuale…

    «È una norma tecnica, che riguarda i cosiddetti tiraggi. Non c’è nessuno che a un certo punto dell’anno chiuderà il rubinetto dei contributi pubblici alla ricostruzione delle case, ma i cittadini a questo punto devono presentare le domande».

    Quando saranno attivati gli incentivi alle imprese?

    «Sarà tutto pronto entro Natale e ora riapriremo i termini per le Zone Franche per le imprese».

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