Paola De Micheli agli studenti del “Mattei” di Fiorenzuola: “Liberare la possibilità di realizzarci come donne”
“Liberare la possibilità di realizzarci pienamente come donne, è questo che dobbiamo chiedere ancora alla politica”.
E’ Paola De Micheli, commissario straordinario per la ricostruzione del terremoto e parlamentare di Piacenza, a raccontare agli studenti del “Mattei” di Fiorenzuola, il cammino ancora incompiuto della piena parità tra i sessi.
Al suo fianco Giulia Golino, food blogger e “imprenditrice di se stessa”, e le giovani studentesse della quinta A dell’Istituto tecnico economico, Giulia Di Paolo e Floriana Prendushi, che hanno introdotto la ricerca sul tema del ruolo delle donne in società e in politica.
Attraverso alcuni dati eloquenti: nel Parlamento italiano le donne sono solo il 30 per cento e la parità salariale è una miraggio ancora lontano nel nostro paese. In platea gli studenti delle classi quarte e quinte dell’istituto superiore di Fiorenzuola.
A partire dalla sua vicenda personale, Paola De Micheli ha spiegato perchè ha cambiato opinione sulle cosiddette “quote rosa“. “Quando studiavo e avevo la vostra età ero contraria, ma di naturale e meritocratico sulla parità tra uomini e donne non ho incontrato quasi nulla nella mia vita successiva, per questo mi sono convinta della necessità di leggi in grado di valorizzare le donne”.
“Ancora prima di approdare alla politica – ha ricordato – per riuscire a ritagliarmi ruoli importanti nel mondo dell’economia, ho trovato solo due sistemi: costituire un’impresa, come è accaduto a me a poco più di vent’anni, mentre la seconda occasione l’ho avuta all’interno di un’azienda, ma partendo da zero. Prima come merchandiser che ha raddoppiato il fatturato, poi sono diventata agente, capo area e infine dopo un anno e mezzo sono diventata dirigente. Ti affermi soltanto così, con i risultati e senza sconti”.
“E quando sono stata eletta in parlamento a 34 anni – ha affermato – sono diventata un sostenitrice delle quote rosa per le donne. Ho sempre fatto politica e sempre militato in un partito, un’esperienza di dono che vi consiglio con tutte le mie forze, la più utile che si possa fare al servizio agli altri. Ma quello tra le donne e la politica è un rapporto ancora più difficile che nel campo lavorativo.
Quante volte è capitato di sentirmi dire la frase “Ah però sei brava”. Come se fossi un panda o una specie protetta, a prescindere dalle capacità. Nel 2012 quasi tutti i gruppi parlamentari hanno approvato una legge per l’introduzione delle quote femminili negli organismi delle aziende di stato. Ma al primo giro sono sono state nominate donne “figlie di…”, sebbene molte di queste siano capaci e meritevoli. Questo vi fa capire che il problema è il meccanismo mentale che prevede sempre una protezione di qualche tipo per le donne.
“Il tema delle donne in politica – ha evidenziato – sconta una tema culturale più ampio proprio dell’Italia, che vede le donne come quelle che devono essere scelte e non quelle che scelgono. Il rapporto tra donne e potere è il seguente: quando c’è una condizione di partenza di equità non ci sono problemi veri, quando c’è una scelta discrezionale, per le donne allora ci sono grandi difficoltà.
Soltanto se mettete insieme il potere al servizio per gli altri, allora si realizza la possibilità di cambiare il corso degli eventi. Di modificare le cose in meglio. E io ho cercato di esercitare il potere per cambiare le cose soprattutto per le donne della vostra generazione”.